Quell’albero di gelsi

Ci sono cose che non si possono spiegare…gesti apparentemente senza significato nel momento in cui li viviamo che poi magari a distanza di anni e anni, quando meno te lo aspetti, basta un niente, una giornata un po’ così, una telefonata inaspettata,un profumo, il canto di una cicala alle 15 del pomeriggio…e la tua testa vola e i ricordi pieni di emozioni ti scoppiano dentro.
Ecco,appunto..il canto di una cicala alle 15 del pomeriggio l’altro ieri mi ha portato indietro di forse 25 o 27 anni,chi lo può sapere…nel momento in cui si evocano i ricordi appaiono così dritti al cuore e senza data…

In un attimo ho rivisto le mie estati da bambina in Sicilia, la casa al mare, le giornate calde, caldissime, la salsa di pomodoro fatta in casa, i miei  nonni, la campagna, l’albero di sughero con l’altalena, mia mamma con la gonna lunga e mio padre abbronzato con i capelli pettinati all’indietro…io, mia sorella con le manine piene di bamboline e lo zainetto colmo di schede telefoniche usate, che tenerezza! Mio fratello,così piccolo che a pensarci oggi,grande e grosso com’è, sembra impossibile abbia avuto un tempo quelle fattezze… E poi ancora i miei zii, i miei cugini e le scorazzate che facevamo noi bambini in lungo e in largo fra gli alberi da frutto, spensierati e inconsapevoli della grande fortuna che avevamo. Conoscevamo a memoria tutti gli alberi…mele, pesche, pere, susine, ma il primo albero che incontravamo, era lui, grandissimo e colorato: un albero di gelsi.

Me lo ricordo come se fosse ieri…il terreno leggermente in pendenza, sulla sinistra il pollaio. Ci mettevamo sotto quell’albero,raccoglievamo i gelsi, li mangiavamo, le manine e la bocche  tutte macchiate…Era sotto quell’albero che cominciavano le nostre avventure, era sotto quell’albero che ci raccontavamo storie e confessavamo segreti.

Sono anni che non vedo più quell’albero…Sono anni che non respiro quella spensieratezza, quella gioia che nessun posto al modo ti dà se non quel posticino insignificante per i più,ma che a te fa sentire a casa. Non so più neanche se quell’albero esiste ancora. So solo che dentro di me esistono i ricordi e che in certi giorni fanno male…Tante, troppe cose sono cambiate da quando ci raccontavamo le storie sotto l’albero di gelsi con le manine sporche… 

Fra non molto  partiremo e finalmente dopo tanto tempo tornerò in quei luoghi… mi emoziona pensare di portare mio figlio in quei posti che mi hanno visto piccola, correre e giocare… 
In questi giorni che precedono la partenza mi sento così terribilmente emotiva…non so…probabilmente sto solo  allenando il cuore al peso dei ricordi…

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